Ieri, mercoledì 15 gennaio si è svolta nella Chiesa di S. Antonio la veglia di preghiera “Con i Protomartiri in preghiera per i cristiani perseguitati”.
La veglia è stato un momento molto intenso e forte durante il qule ci è stata data l’occasione di conoscere la situazione, la persecuzione e la violenza che vivono, nei nostri giorni, tanti nostri fratelli cristiani nel mondo.
Ma quanto ci facciamo toccare da questo?
Quanto la nostra fede si limita al “nostro orticello” o quanto, invece, ci mettiamo in discussione, viviamo veramente da cristiani in quella che è la nostra vita, la nostra quotidianità?
Grazie a questi fratelli e grazie a questi giorni pieni di incontri sui protomartiri che ci hanno dato una possibilità di riflessione e di confronto.
“Se io fossi un albero vorrei essere un’agave del deserto.
E’ un albero che fiorisce una sola volta nella vita
e poi muore.
E’ contenta d’aver dato tutto…..
Anch’io vorrei fiorire nella vita,
dare tutto me stesso a Dio e gli altri,
farlo almeno una sola volta,
ma completamente,
con tutto il cuore, tutta l’anima,
tutte le forze e poi ritornare a Dio da cui sono venuto.
Vorrei spendermi completamente per gli altri,
specialmente per chi si trova nel deserto
cioè nel dubbio, nel dolore,
nella solitudine, lontano da Dio.
Vorrei non essere più mio, ma di Dio,
come il fiore dell’agave è dell’aria che gli sta intorno.
vorrei, anche dopo morto, essere di appoggio agli altri,
servire ancora a qualcosa con il ricordo,
le cose fatte e dette, l’amicizia seminata nel cuore di tanti.
Vorrei, dopo la mia morte,
continuare a fare del bene agli altri,
anche se in un modo diverso.”
(da “Un Fiore dal Deserto” Appendice 12, Poesia del sacerdote romano don Andrea Santoro (1945-2006) ucciso a Trebisonda, in Turchia)